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LA POTENZA DEL PENSIERO (5)

DOBBIAMO SOSTITUIRE I PENSIERI NEGATIVI

Sommario


È molto probabile che in futuro tutte quelle tecniche che aiutano le persone a liberarsi dal risentimento, a dare espressione ai sentimenti negativi, e a perdonare i torti passati (non importa se reali o immaginari) diventeranno una parte importante della medicina preventiva.


Dobbiamo sostituire i pensieri negativi up.jpg

Quando smetterai di voler riempire la tua coppa di felicità, e inizierai a riempire quella degli altri, scoprirai, con meraviglia, che la tua sarà sempre piena (Paramansa Yogananda).

Per star bene è molto importante sostituire i pensieri negativi con quelli positivi. Dice un vecchio adagio "cuor contento il ciel l'aiuta". È inutile arrabbiarsi se si rompe qualcosa: ormai è rotto e conviene mettersi il cuore in pace. Dovremmo anche imparare a non giudicare i nostri simili, non importa il loro modo di vedere le cose o il colore della pelle. Al limite possiamo evitare di frequentarli, comunque dovremmo sempre salutarli e mantenere un buon rapporto con loro.

Quando un problema ci affligge, dovremmo recitare la seguente preghiera: "Signore, se questo problema ha una soluzione dammi la forza di usarla subito, se non ce l'ha, dammi la capacità di dimenticarlo. Sopra tutto, aiutami a capire se il problema fa parte della prima o della seconda categoria".

Suggeriamo anche di tornare indietro nel tempo e considerare tutte le volte che abbiamo avuto un grosso problema, che poi si è superato e ora non esiste più. È anche benefico tener presente che "dietro l'ombra più nera si cela la luce più fulgida", i problemi, infatti, portano la possibilità di crescere o imparare qualcosa.

È necessario evitare il rimorso continuo (1) up.jpg

Il senso di colpa, è un piccolo strumento di precisione si può usare quando non si vuole assumere le responsabilità della propria vita. Usatelo ed eviterete ogni rischio, ma impedirete a voi stessi di crescere (Wayne W. Dyer).

Si ci tormentiamo per qualcosa avvenuto nel passato, ricordiamoci che abbiamo due occhi davanti e nessuno dietro, pertanto dovremmo guardare innanzi a noi e non sciupare il presente rovistando nel passato. Vi sono delle persone che, dal momento in cui si rendono conto di aver commesso un errore, si lamentano per giorni e settimane. Rimangono paralizzate, non vogliono più agire. Se credono che così faranno impietosire il Signore, si sbagliano. Bisogna smetterla con questo atteggiamento.

Chi ha fatto un errore, si metta al lavoro per riparare, perché Dio ama i lavoratori. Quando si lavora ci si sporca, ma non è grave, poi ci si lava. L'essenziale è lavorare, fare dei progressi. Quali che siano le vostre sciocchezze, i vostri errori, le vostre cadute, non interrompete mai il lavoro. Continuate, finché l'amore e la luce cominceranno a regnare in Voi.

I VELENI DELLA NOSTRA MENTE up.jpg

I vari stimoli che raggiungono la nostra mente, ricordi compresi, producono tutto il complesso di "vibrazioni" di cui fanno parte anche le emozioni. Gli antichi testi tibetani citano quattro passioni, chiamate "veleni" in grado di produrre stimoli ed emozioni con effetti nocivi sul nostro io. Esse sono:

  1. odio,
  2. orgoglio,
  3. gelosia,
  4. l'avidità.

Ad esse i testi aggiungono la stupidità, capace di accecare l'individuo, e noi riteniamo opportuno aggiungere l'ira, la lussuria e la cupidigia.

Odio e rancori sono causa di malattia (2) up.jpg

Bisognerebbe evitare di pensare alle persone verso cui si prova odio o rancore. Esse, se non le perdoniamo, diventano i nostri padroni, ci vengono in mente quando mangiamo, rovinandoci il pasto; quando siamo a letto guastandoci il sonno; quando ci rilassiamo, riportandoci ansia ed agitazione (Mario Rizzi).

L'odio è una passione veramente distruttiva che trova la sua origine in vari fattori, tra cui:

  1. impedimento a realizzare un desiderio,
  2. paura (di non essere amati, compresi, valutati, ecc.),
  3. umiliazione (reale o apparente), 4. frustrazione.

L'odio può manifestarsi verso una o più persone come un impulso che dura pochi secondi, oppure può consolidarsi come atteggiamento permanente nei confronti di un determinato individuo o di tutta la società. Esiste l'odio verso gli altri e perfino verso se stessi, è la fonte di aggressività, feroce gelosia, suicidi, omicidi, è come una piastra di acciaio contro la quale si infrangono gli slanci più nobili.

Un impulso di odio, talvolta, è comprensibile, ma diventa patologico se si prolunga nel tempo. I deboli cercano di eliminare la loro sofferenza, come è naturale, cercano di distruggere la causa di tale sofferenza e, quando esasperati, potranno nutrire odio contro altre persone, contro lo Stato, contro una religione, o contro se stessi. Per es.: quale bambino umiliato o terrorizzato non ha sentito un impulso di odio contro chi lo faceva soffrire?

Avversione, antipatia, opposizione e aggressione (3) up.jpg

Vi sono anche delle emozioni meno violente, che comunque racchiudono in sé il seme dell'odio, tra esse citiamo: avversione, antipatia, qualche volta anche l'opposizione, l'aggressione che è sempre una conseguenza dell'odio, l'intolleranza che porta fatalmente all'odio, e tutte le altre emozioni meno facilmente distinguibili che sono all'opposto dell'amore. Certamente l'odio è il primo sentimento che si deve cambiare, perché impoverisce le nostre energie vitali e ci impedisce di coltivare emozioni positive e di ampliare i nostri orizzonti mentali.

Accade spesso che alcune mogli pervengano ad esaurimenti mentali a causa del continuo alternarsi dei loro sentimenti di odio e di amore nei confronti del coniuge, infatti il conflitto di questi due opposti sentimenti produce un'enorme tensione nervosa. Lo stesso accade anche a certi bambini nei loro rapporti coi genitori e questo spiega il loro comportamento imprevedibile e irrazionale. Alcune volte l'odio per la matrigna o il patrigno è talmente intenso, che distrugge psichicamente chi lo nutre. È evidente, quindi, che l'odio è un sentimento da respingere, perché nuoce soprattutto a noi stessi.

Come trasformare l'odio un sentimento positivo (4) up.jpg

È molto meglio vivere bene e avere torto.... Che non vivere male e aver ragione!
(Louis Hay).

Molte persone non ammettono di provare sentimenti di odio. Esse affermano: "Io non porto alcun odio dentro di me, verso nessuno, davvero!". Probabilmente non provano un odio costante ed intenso per qualcuno o qualcosa, ma ciò non esclude che non sentano occasionali sentimenti di odio verso chi è causa di una loro paura, di un'umiliazione o una frustrazione. Nella vita di un bambino questo è un fenomeno molto frequente.

Cominciate perciò a distinguere le sensazioni di odio quando si presentano. Dite a voi stessi: "Ecco, questo pensiero è stato provocato dall'odio, mi nuoce, non continuerò a nutrire e ad accrescere quest'emozione. Preferisco pensare o fare una cosa migliore". Dovete rendervi conto che l'odio è una creatura della vostra mente: una reazione sbagliata provocata da una paura, umiliazione o frustrazione.

Spesso l'odio è praticamente dovuto all'incapacità della mente di reagire consapevolmente dinanzi ad un determinato pensiero, una determinata azione o una determinata parola di altri. Quando vi è possibile cercate di scaricare l'energia provocata da questa emozione con un movimento fisico: facendo alcuni passi, muovendo energicamente le braccia come se doveste scagliare lontano qualcosa, lanciando un fischio o pronunciando un'esclamazione a voce alta. Se ne avete la possibilità pigliate a calci una palla. Qualsiasi movimento fisico più o meno violento scarica l'energia accumulatasi in seguito alle vibrazioni dei nervi.

Naturalmente non intendiamo trasformarvi in individui incapaci di controllarsi che non sanno nascondere le proprie emozioni, tuttavia, quando è possibile, è sempre meglio scaricare l'eccesso di energia piuttosto che reprimerlo.

Dopo alcune settimane di questo esercizio, messo in pratica ogni volta che se ne presenta l'occasione, le sensazioni di odio diminuiranno progressivamente, manifestandosi ad intervalli sempre più lunghi sino ad attenuarsi quasi completamente.

Successivamente bisognerà andare alla caccia delle sensazioni di odio più blande, celate tra le antipatie e le avversioni di ogni genere.

Come cambiare i propri pensieri (5) up.jpg

  1. Rendersi conto e ammettere con se stessi di provare una sensazione di odio,
  2. Riconoscere che ciò è nocivo, sotto ogni aspetto, alla propria salute e impedisce di reagire correttamente,
  3. Scaricare l'eccesso di energie,
  4. Evitare di approfondire questo sentimento con tutti quei pensieri che potrebbero accrescerlo.

Come ho già detto prima si possono anche eseguire degli esercizi fisici per liberarsi da questo sentimento negativo: prendere a calci un pallone, fare alcuni movimenti di boxe, chi possiede un pianoforte e sa suonarlo potrebbe accennare una sonata vivace, e via dicendo.

Il perdono (6-7) up.jpg

Il perdono può spazzare via tutti gli ostacoli che hanno impedito al benessere ed alla salute di arrivare fino a voi. Il perdono è un potente magnete da cui nessun bene può evitare di essere attratto.

È provato che attriti, odi e rancori, fanno consumare molta energia vitale. Dopo aver perdonato, infatti, avremo in noi maggiori energie in grado di favorire l'eventuale guarigione e lo stato di buona salute. Il perdono fa' diventare forti i deboli; trasforma i codardi in coraggiosi; muta gli ignoranti in saggi, e fa' degli scontenti delle persone felici. Ricordate che il perdono può eliminare ciò che si era messo come ostacolo tra voi ed il vostro benessere.

Oltre a perdonare gli altri dobbiamo anche imparare a perdonare noi stessi. L'autocondanna ci priva della salute e ci può causare problemi di tutti i tipi, compresi quelli finanziari. Charles Fillmore, fondatore del movimento spirituale: "Unity" propone questa formula di perdono dicendo che questo è un trattamento mentale garantito per curare ogni tipo di malattia:

  • Ogni sera, prima del sonno, siediti per circa 30 minuti e chiedi perdono, mentalmente, a tutti quelli verso cui hai avuto un atteggiamento negativo o antipatia. Se hai dei pregiudizi contro un animale, o ne temi la presenza, chiedi perdono pure a lui e mandagli il tuo amore.
  • Se hai accusato qualcuno; hai discusso duramente; hai criticato o fatto pettegolezzi; ritira le tue parole chiedendo (mentalmente) perdono alle persone offese.
  • Se le circostanze ti hanno portato a delle rotture con parenti (o amici) fai tutto ciò che ti è possibile per sistemare le cose.
  • Cerca di vedere tutte le persone come dei figli di Dio che stanno facendo delle penose esperienze nella vita terrena. Offri loro la tua incondizionata comprensione ed i più intensi pensieri d'amore.
  • Non coricarti mai con la sensazione che vi siano nel mondo persone, animali, cose o situazioni, con cui non hai un buon rapporto.

Una formula per un perdono completo dovrebbe sempre comprendere il perdono che diamo all'altro per il male che ci ha fatto, e la richiesta di essere perdonati per il male che eventualmente noi abbiamo fatto a lui. Nessuno è santo e noi abbiamo sempre una parte di colpa, magari per qualcosa che abbiamo fatto in ua vita passata. Pertanto:

  • Chiama mentalmente la persona da perdonare, quindi, dille a bassa voce, con cuore aperto e animo sincero:
  • Io ti perdono__ (nome e cognome), per tutto il male che mi hai fatto, volontariamente o involontariamente, in questa vita o in quelle passate, ed affermo che il Signore, utilizzando questo mio perdono, ti perdona e ti lascia libero.
  • Ora ti chiedo perdono__ (nome e cognome), per tutto il male che posso averti fatto, volontariamente o involontariamente, in questa vita o in quelle passate, ed affermo che il Signore mi perdona e mi lascia libero.
  • Io affermo che tu sei libero e io sono libero, che il Signore ci benedica entrambi, e ci doni saggezza, pace e serenità. Amen.

Louis Hay, ammalata di cancro in fase terminale, è guarita quando ha iniziato a perdonare in cuor suo tutti coloro con cui aveva avuto un cattivo rapporto. In seguito ha scritto diversi libri di cui il primo (Guarisci il tuo corpo) che è posto in vendita con una cassetta con esercizi di visualizzazione che aiutano il processo di perdono e guarigione.

Ogni pensiero ed ogni parola creano... (8) up.jpg

Ricordate che la vostra serenità e la vostra felicità non sono di grande importanza soltanto per voi, ma anche per gli altri.

Ogni pensiero che abbracciate, ogni fantasia che avete per provare una qualche emozione, crea un sentimento nel vostro corpo che viene registrato nella vostra anima. Questo sentimento crea poi il presupposto per gli avvenimenti della vostra vita, perché attirerà a voi quelle circostanze che corrispondono al sentimento già registrato nella vostra anima ed esse lo ricreano. E sappiate che ogni parola che pronunciate crea i vostri giorni futuri, perché; le parole sono solo suoni che esprimono i sentimenti della vostra anima i quali, a loro volta, sono nati dal pensiero. Pensate che le cose vi accadano semplicemente per caso?

Non esiste il caso o la coincidenza in questo mondo e nessuno è una "vittima" della volontà o dei piani altrui. Voi avete pensato e sentito in precedenza tutto ciò che accade ora nella vostra vita. Lo avete prodotto fantasticando sul "come sarebbe? se...", o temendo qualcosa, o accettando come verità ciò che qualcun altro vi ha detto. Tutto ciò che accade, accade come atto intenzionale del pensiero e delle emozioni. Tutto!

Ogni pensiero che avete abbracciato, ogni fantasia a cui avete permesso di diventare vostro sentimento, tutte le parole che avete pronunciato, o sono già accadute o attendono di accadere. Perché il pensiero è il vero donatore di vita che non muore mai, che mai può essere distrutto e che voi avete usato per creare ogni momento della vostra vita; è l'anello che vi collega con la Mente di Dio.

Conclusione up.jpg

E, per concludere, dovremmo sempre ricordare che: È molto meglio vivere bene e avere torto, piuttosto che vivere male e aver ragione (Louis Hay in Guarisci il tuo corpo).

Bibliografia up.jpg

  • 1. Omraam Mikhael Aivanhov, La chiave essenziale.
    Edizioni Prosveta, F.B.U. Moiano (PG).
  • 2. Pierre Daco, Che cos'è la psicologia,
    Enciclopedie pratiche Sansoni.
  • 3. Brani da: Yama Yoga, pp. 33-34.Autore C.E.S. Rai.
    Edizioni Mediterranee, Roma (1978).
  • 4. C.E.S. Rai, Yama Yoga, pp. 34-35.
    Edizioni Mediterranee, Roma (1978).
  • 5. C.E.S. Rai, Yama Yoga, pp. 34-35.
    Edizioni Mediterranee, Roma (1978).
  • 6. C. Ponder, The laws of healing (Le leggi della guarigione).
  • 7. Hay, Louise L., Guarisci il tuo corpo.
    Armenia Editore, Roma.
  • 8. Ramtha, Dio in te, la divinità dimenticata.
    Macro Edizioni, Cesena (FO).



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