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CONOSCERE LA PROSTATA
i suoi problemi e come curarla
Incapace di elaborare ed eliminare gli scarti acidi, spesso il corpo li immagazzina nel cuore, nel fegato, nel colon, nel pancreas e in altri organi e tessuti. Man mano che si accumulano sostanze acide, il sangue e l'intero organismo assumono un eccesso di acidità e il delicato equilibrio di pH dei fluidi, dei tessuti e delle cellule risulta turbato, provocando cardiopatie, tumori, ipertensione, obesità, artrite, diabete e molti altri problemi (Larry Clapp).
Importante: quanto qui proposto fa parte di un approccio olistico alla malattia, pertanto relativamente nuovo, che si è dimostrato efficace. Non asseriamo, con questo, che queste scoperte siano state scientificamente confermate e che rappresentino la verità in assoluto. Vi incoraggiamo perciò a studiare, sperimentare, e trovare la verità da voi stessi.
Ricordiamo che le informazioni fornite sono ad esclusivo scopo informativo e non sostituiscono il medico a cui bisogna rivolgersi per i problemi relativi alla salute.
La prostata o ghiandola prostatica è una ghiandola che fa parte dell'apparato genitale maschile dei mammiferi. La sua funzione principale è quella di produrre ed emettere il liquido seminale, uno dei costituenti dello sperma, che contiene gli elementi necessari a nutrire e veicolare gli spermatozoi.
Una prostata umana, in buona salute, ha le dimensioni di una grossa castagna. È collocata nella parte frontale del retto, circa 5 cm dopo l'ano, e parte di essa può essere toccata durante un esame rettale.
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Tratta da: http://images.medicinenet.com/images/
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"Ai primi posti di una classifica di cui si faremmo volentieri a meno: nei paesi industrializzati, l'adenocarcinoma prostatico è, negli uomini sopra i 50 anni, la terza causa di morte per cancro, dopo i tumori del polmone e del colon-retto. Solo in Italia, lo scorso anno sono stati segnalati ben 7.426 nuovi casi e registrati 6.013 decessi" (www.prevenzionetumori.it/).
Le dimensioni, il volume e la struttura della prostata variano con l'età. Verso i 45 anni le cellule della prostata prossime all'uretra cominciano a crescere determinando la cosiddetta ipertrofia prostatica benigna (IPB). Si tratta di un aumento progressivo della prostata che, nel tempo, può comprimere l'uretra e rendere difficoltosa l'urinazione. Va notato che l'IPB non è un tumore e raramente diventa un carcinoma prostatico.
La Società italiana di urologia, di fronte al diffondersi di questa patologia che è un vero e proprio "tallone di Achille" per l'uomo, ha rilanciato le linee guida che riguardano sia la diagnosi che la terapia e che sono basare sulla opportunità di uno screening diagnostico periodico (come si fa con il Pap test per le donne) e sul coinvolgimento dei medici di base e degli specialisti in urologia.
"Occorre", ha detto il presidente della società, Giorgio Carmignani, "valutare caso per caso: in alcuni individui, infatti, l'evoluzione della patologia avviene in misura totalmente diversa rispetto ad altri. Oltre ad un rapporto più stretto tra medico e paziente serve una maggiore informazione e soprattutto la prevenzione".
L'eziopatogenesi, verosimilmente multifattoriale, è ancor oggi in gran parte oscura.
Anche se è dimostrato che lo stimolo esercitato dagli ormoni androgeni sul tessuto prostatico ha un ruolo fondamentale nell'insorgenza e nel mantenimento dell'attività proliferativa del carcinoma, è altrettanto vero che non tutti gli uomini sviluppano un cancro della prostata clinicamente evidente col progredire dell'età. L'enorme differenza, valutabile intorno a 1:100, tra il numero delle diagnosi cliniche e quello degli uomini nei quali, sulla base dei dati autoptici dovrebbe essere presente un carcinoma prostatico, ha fatto ipotizzare un processo di tipo degenerativo legato all'invecchiamento e allo stimolo androgenico, sul quale interverrebbero altri fattori, di ordine generico, ambientale e/o alimentare che porterebbero all'insorgenza delle forme clinicamente evidenti.
Fatta eccezione per la CPPS (prostatite cronica abatterica), le diverse forme di prostatite hanno molte cause in comune. Le più comuni sono le seguenti:
- colonizzazioni batteriche,
- disfunzioni a livello intestinale,
- eccessiva assunzione di alcolici o superalcolici,
- fumo,
- sedentarietà,
- astinenza sessuale,
- cateterismo uretrale,
- stop contropressorio all'eiaculazione,
- lesioni neurali lombosacrali.
Data la non conoscenza dei veri fattori che portano all'insorgenza dei problemi alla prostata non è stata definita nessuna direttiva relativa alla profilassi delle patologie e/o disfunzioni della prostata.
È frequente nel maschio adulto-anziano ed è dovuta ad un ingrossamento della prostata (che arriva a superare i 20 grammi), in assenza di trasformazioni maligne delle cellule. L'ingrossamento comprime l'uretra, ovvero il canale dove scorre l'urina ostacolandone l'eliminazione.
In un primo tempo si avverte una esitazione prima dello svuotamento, poi una riduzione dell'intensità del getto con la sensazione che lo svuotamento non sia stato completo. Nel tempo possono comparire disuria (bruciore durante l'urinazione), polliachiuria (elevata frequenza diurna), nicturia(elevata frequenza notturna), mitto imperioso (stimolo assai forte ed impellente ad urinare).
Se non viene curata posso insorgere complicazioni anche a carico della vescica, tra cui possibili infezioni urinarie che possono arrivare a danneggiare anche i reni.
Si chiama così una condizione infiammatoria della prostata. Può essere acuta (dovuta a stafilococco, colibacillo o altri germi banali) o cronica (nella maggiornaza dei casi dovuta a blenorragia).
Se non curata può provocare i problemi visti per la IBP a cui vanno aggiunti disturbi dell'erezioni ed eiaculazione dolorosa e precoce.
Si tratta di un tumore benigno dovuto alla proliferazione di un epitelio ghiandolare normale, va perciò distinto dal carcinoma e dall'adenocarcinoma, nei quali la proliferazione è atipica e inflitrante. Un sintomo costante è la pollachiuria, ovvero un'aumentata frequenza della necessità di urinare.
L'aumento di volume della ghiandola prostatica può comprimere il canale uretrale, ostacolando il normale deflusso dell'urina, quindi difficoltà nella minzione e aumento della frequenza, soprattutto la notte.
Superati i 60 anni vi sono delle probabilità che alcuni maschi presentino, o presenteranno in seguito, delle alterazioni alla prostata. Tra esse vi è la possibilità di un tumore, di cui l'adenocarcinoma è uno dei più frequenti. La patologia si sviluppa molto lentamente e può diffondersi alle ossa e al midollo osseo, creando delle condizioni persino letali. Quando si arriva a scoprirlo per tempo (ed è ancora localizzato), si può provvedere un'asportazione chirurgica (prostatectomia) seguite da radioterapia e brachiterapia.
Tra le possibili conseguenze dell'intervento chirurgico citiamo l'incontinenza urinaria e l'impotenza. Nelle forme avanzate e diffuse l'intervento chirurgico può solo ritardare l'esito letale della malattia. Viene perciò consigliato un programma di prevenzione mediante visite urologiche periodiche, ciò vale specialmente per chi ha avuto familiari con problemi alla prostata. L'ingrossamento della prostata (che è un problema e non sempre è sinonimo di tumore), si valuta con la presenza del PSA (antigene prostatico specifico), generalmente presente dopo i 40 anni, i cui valori ottimali si aggirano da 0 e 4,0 ng/ml.
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Esplorazione_rettale
L’esame consiste nella palpazione della prostata, ma può essere valutato anche il tono dello sfintere anale. Il paziente viene messo in una posizione in cui l'ano sia accessibile e rilassato, in decubito laterale sinistro (posizione di SIMS, o ginecologica o genupettorale). Il medico indossa un guanto, esegue un "appoggio di confidenza" per evitare la contrazione riflessa dello sfintere anale esterno e successivamente inserisce il dito indice, ben lubrificato, attraverso l'ano.
Si tratta di un normale esame, basato sul sangue (ne viene prelevato assai poco), che serve per individuare i livelli di antigene prostatico specifico: una glicoproteina prodotta dalla prostata.
Attualmente si ritiene che il valore soglia siano i 4 nanogrammi per millilitro (ng/ml). Ma questo valore è ancora oggetto di discussioni. Comunque la presenza di un elevato valori di PSA porta generalmente a procedere ad altri test, come la biopsia, e non direttamente al trattamento.
Tratto da: www.occhioclinico.it/occhio/comecur/0197cmccom.html
L'opinione corrente tra gli esperti di urologia è che i farmaci siano destinati al trattamento farmacologico pazienti con prostatismo medio e lieve. Fino a qualche anno fa il medico aveva a disposizione solo farmaci la cui efficacia, però, non è mai stata dimostrata con studi correttamente eseguiti: i derivati della palma sago, della prugna africana e la mepartricina. E' evidente che la chirurgia era allora l'unica possibilità terapeutica.
L'arrivo sul mercato di due farmaci con diverso meccanismo d'azione ha aperto nuove possibilità alla cura conservativa, riducendo in parte il campo della chirurgia. La classificazione dei sintomi in ostruttivi (da aumentato volume prostatico) e irritativi (da ipertono muscolare), e la presenza prevalente degli uni rispetto agli altri possono indirizzare le scelte terapeutiche: finasteride nel primo caso e alfalitici nel secondo caso.
Purtroppo nella pratica è difficile differenziare con precisione le due situazioni, che spesso sono concomitanti e interferenti l'una con l'altra. L'alterato deflusso di urina per ostruzione da aumento del volume prostatico rende infatti particolarmente sensibili i recettori alfadrenergici del muscolo detrusore, instaurando pertanto l'ipertono muscolare che è la causa dei disturbi irritativi.
"HIFU" significa: "Sistema di Ultrasuoni Focalizzati ad Alta Intensità".
Si tratta di una terapia alternativa all'intervento chirurgico ed alla radioterapia per il trattamento del cancro alla prostata. È una tecnica già conosciuta negli anni '40, ma è stata messa a punto, rendendola applicabile praticamente, solo negli anni '90. Mentre prima degli anni '90 veniva usata solo nei casi di ipertrofia prostatica benigna, dal '95 in poi viene anche utilizzata per trattare il carcinoma della prostata.
Questa innovativa tecnologia, utilizza un fascio di ultrasuoni che convergono in un punto, all'interno del tessuto canceroso, creando un calore così elevato da distruggere il tessuto nel punto designato, senza ledere i tessuti circostanti. Questo permette di eliminare l'anestesia generale, le incisioni, le trasfusioni, e le complicanze che ne possono derivare.
A titolo informativo diremo che sull'area da trattare viene a generarsi una un effetto termico rapidissimo (100° raggiunti in un minuto) che diventa distruttivo per il tessuto tumorale. L'intervento viene seguito con un telecamera che permette di centrare la zona da trattare con una precisione millimetrica. Ciò evita che venga lesa anche la mucosa rettale.
La tecnica HIFU, teoricamente, permette al paziente un buon recupero con una breve degenza ospedaliera. Offre anche la possibilità di ripetere il trattamento qualora ne sorgesse la necessità. Diciamo "teoricamente" perché, purtroppo, talvolta può diventare devastante, perché può sconfinare e "bruciare" delle parti interne che non dovrebbero essere toccate.
Tratto da: www.urologiadolo.it/ipertrofiaprostatica.htm
Questo intervento chirurgico endoscopico viene fatto per ottenere la resezione endoscopica transuretrale della prostata (TURP).
Rappresenta il più comune intervento per la cura dell'ipertrofia prostatica e viene generalmente eseguito in anestesia spinale. Attraverso l'uretra viene introdotto uno speciale strumento (il resettore) dotato di un sistema ottico che consente la visione dell'uretra e della vescica, e di un sistema elettrico tagliente con il quale viene "resecata" (cioè tagliata a piccole fettine) la parte di prostata ostruente; con tale strumento viene eseguita anche la coagulazione dei vasi sanguigni sanguinanti.
Una piccola telecamera collegata ad un monitor permette anche al paziente di seguire tutte le fasi dell'intervento. Anche in questo caso al termine dell'operazione viene posizionato un catetere vescicale che verrà rimosso dopo pochi giorni. L'assenza di una ferita chirurgica esterna consente un tempo di degenza più breve, di circa 3 - 6 giorni.
Tratto da: www.uroweb.it/turp.htm
- Eiaculazione retrograda. Dopo la rimozione del catetere i pazienti possono presentare lievi disturbi urinari che possono persistere per 3 mesi.
- L’emorragia con necessità di emotrasfusione si verifica nel 8,8% dei casi.
- Le infezioni delle vie urinarie insorgono nel 15,5% dei casi, l’epididimiti (tumefazione dolente dell’epididimo) nell’1%.
- La Sindrome da TURP (sindrome dovuta al riassorbimento del liquido di lavaggio che comporta confusione, nausea, vomito, disturbi nervosi ed instabilità circolatoria) si verifica nel 2-6,7% dei pazienti.
- A distanza di tempo dall’intervento possono comparire le stenosi dell’uretra e le sclerosi del collo vescicale che si aggirano fra lo 0,5-9,7% e la cui risoluzione può richiedere un secondo intervento endoscopico (cervicotomia o uretrotomia o uretroplastica).
- L’incontinenza urinaria, nei suoi diversi gradi, ha una incidenza del 1-6,6% circa. Essa è per lo più una incontinenza da “stress” ovvero si evidenzia allorchè si ha un brusco aumento della pressione endoaddominale (colpi di tosse, starnuti, riso, sollevamento di pesi). Raramente si tratta di un’incontinenza totale.
Tale tipo di incontinenza è legata solitamente ad una lesione dello sfintere uretrale esterno e, a seconda della gravità, si potrà procedere alla sua correzione mediante interventi per via endoscopica o, in ultima analisi, con l’applicazione di protesi.
- Sebbene sia stata riportata la comparsa di impotenza dopo l’esecuzione della TURP, l’unico studio comparativo tra pazienti sottoposti o meno ad intervento non ha rilevato differenti percentuali della sua insorgenza.
Tratto da: www.urolaparoscopia.it/turp.php
- Emorragia, talvolta di entità tale da richiedere trasfusioni di sangue, emocomponenti o emoderivati (nell’ 1 % dei casi);
- Ritenzione urinaria (6.5% dei casi);
- Sindrome da riassorbimento (2% dei casi) con sintomi quali nausea, vomito e ipertensione arteriosa;
- Infezione urinaria (15.5% dei casi);
- Orchiepididimite (1.1% dei casi);
- Complicanze generali peri-operatorie che includono broncopolmonite, trombosi venosa profonda, embolia polmonare, osteite del pube, infezione della ferita chirurgica;
- Incontinenza urinaria (2.2% dei casi), che può essere dovuta a deficit sfinterico (incontinenza da sforzo) oppure a iperattività della vescica;
- Sclerosi del collo vescicale (1.7% dei casi);
- Stenosi dell’uretra (3.1% dei casi);
- Eiaculazione retrograda, presente nel 70 % dei casi e responsabile di probabile sterilità;
- Deficit delle erezioni (10-15% dei casi).
La probabilità di dovere ricorrere ad una revisione della loggia prostatica entro 8 anni dopo questo intervento è pari al 12-15 %, a causa della possibile ricrescita di tessuto prostatico.
Ulteriori dettagli sulla TURP in: www.uroweb.it/turp.htm
Nell'eziopatogenesi del tumore alla prostata si riconoscono, oltre a cause genetiche, anche cause ambientali, dal momento che l'incidenza del tumore prostatico differisce nelle varie parti del mondo. Uno dei fattori ambientali più importanti che influenzano la comparsa di questa patologia è la dieta, che può agire attraverso vari meccanismi, sia favorenti che protettivi.
Nostra opinione
La prostata è un ghiandola posta in una posizione in cui vi è poco scambio dei liquidi organici. Ne consegue che quando i suoi tessuti si intossicano, a causa del contenuto tossico dell'urina che passa attraverso di lei, l'unica soluzione che le sue cellule hanno di sopravvivere è quella di trattenere acqua per diluire le tossine e rendere più salubre il loro ambiente.
Questo comporta un rigonfiamento della prostata; rigonfiamento che restringe lo spazio interno in cui transita l'urina rendendo difficoltosa la minzione, ovvero il tentativo di farla uscire.
- Seguire un programma di ginnastica per i muscoli del bacino.
- Utilizzare alimenti che non cerino un'eccessiva acidità organica e consentano al pH dell'urina di irmanere nel suo normale livello di acidità, sarebbe buona norma:
- seguire le direttive alimentari
- assumere un paio di capsule al giorno di "Cloruro di Magnesio".
- assumere 1/2 cucchiaino al giorno di "Basen Pulver" della Pascoe. Si tratta di un ottimo rimedio per riportare nella norma il pH di tutto l'organismo.
- bere almeno 2 tazze al giorno di infuso di Equiseto (Coda cavallina). Lo si prepara facendo bollire per 30 secondi un cucchiaio raso di equiseto in 1/4 di acqua. Va bevuto caldo o tiepido, anche dopo mangiato. Si può zuccerare con un po' di fruttosio o zucchero di canna.
Se il caso non presenta una gravità tale per cui è necessario l'intervento chirugico Turp o una cura a base di antibiotici, è possibile intervenire nel modo seguente.
Suggerimenti molto importanti
- Stimolare sul volto i punti riflessi per la prostatite, untilizzando la metodologia Dien' Cham'. Per una dettagliata descrizione vedere la pagina Dien' Cham'
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- Evitare lo stress, in quanto produce un notevole ricambio di cellule organiche, con la conseguente generazione di acidi urici dovuti alla metabolizzazione delle cellule eliminate.
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- Assumere un paio di capsule al giorno di "Cloruro di Magnesio", ha un ottimo effetto e se ne possono leggere i tanti vantaggi per la salute cliccando qui.
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- Cambiare dieta eliminando cibi e bevande che lasciano ceneri acide. Sono altamente proibiti: latte artificiale (soia, avena, riso, ecc.), succhi di frutta conservati, Coca cola, latte e latticini di mucca, cioccolata e dolciumi di pasticceria.
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- Seguire le direttive alimentari.
- Specialmente se vi sono delle macchioline bianche sulle unghie, assumere un oligoelemento Zinco, tutti i giorni. Il liquido va posto sotto la lingua e lasciato finché viene assorbito.
- Assumere 1/2 cucchiano al giorno di Basen Pulver della Pascoe. Si tratta di un ottimo rimedio per riportare nella norma il pH (livello di acidità) di tutto l'organismo.
- Esercizi di Kegel Sono esercizi che rinforzano i muscoli del bacino pelvico ed aiutano nell'impotenza, nell'ipertrofia prostatica e nell'eiaculazione precoce.
- Ginnastica leggera. Purtroppo la vita sedentaria crea un ristagno di energia nella zona che va dai genitali all'ano (perineo), a questo si aggiunga una cattiva circolazione del sangue e della linfa che impediscono un buon nutrimento della prostata ed il completo liberarsi dalle tossine accumulate col suo metabolismo. Per eliminare tali problemi, ed aiutare l'organo a star sano, è molto importante, eseguire due volte al giorno, per almeno 10 volte, i seguenti esercizi in grado di allentare le tensioni e i malesseri della prostata, della vescica e del retto.
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- In piedi:
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- Inspirando, ruotare il bacino in avanti creando una tensione nell'ano. Espirando, rilasciare la tensione ruotando il bacino all'indietro.
- Sdraiati a pancia in su, piedi a circa 1/2 metro dalle natiche, distanti circa 1/2 metro tra loro:
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- Inspirando, stringere l'ano sollevandolo. Rimanere in tensione qualche secondo. Tornando col bacino a terra, rilasciare l'aria e la tensione all'ano.
- Mani col palmo a terra, a fianco del corpo.
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- Inspirando, sollevare il bacino fintanto che si può, evitando di forzare. Rimanere in tensione qualche secondo. Rilasciare l'aria e la tensione tornando col bacino a terra.
Possibilmente stringere l'ano mentre si solleva il bacino e lasciarlo andare quando lo si abbassa.
- In ginocchio, palmo delle mani a terra. Gambe e braccia formano 90° rispetto al tronco. L'esercizio ricorda il gatto quando inarca la schiena.
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- Inspirando, alzare la testa mentre si abbassa il ventre verso il pavimento. Espirando, abbassare la testa ed alzare la schiena in modo da formare una gobba.
- Per una dettagliata descrizione di questi e altri esercizi, che hanno aiutato moltissimo la prostata dello scrivente (73 anni compiuti) vedere il sito: www.orgawell.ch
Suggerimenti secondari
- Fare una pulizia radicale del colon, in quanto, se le sue pareti sono infiammate, possono uscire delle sostanze tossiche che, nel tempo, avvelenano l'ambiente che circonda la prostata. Per tale pulizia ci si può avvalere di qualche (4-5) seduta di Idrocolon terapia, oppure fare una cura completa di Sistema Colonix.
- Abbiamo constatato dei buoni risultati utilizzando farmaci naturali come il Populus della Hell; l'MA179 (Ranjamap) dell'Ayurveda Maharashi, la Tintura madre (TM) di Agnus Castus e di Sequoia gigante.
- Nel sito www.rivistaurologia.net/4_00/articolo8.htm si mostrano i risultati positivi ottenuti con la Serenoa Repens (SR) nei problemi dovuti all'Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB). Il farmaco associato è il Permixon, che si trova in commercio in confezione da "16 capsule di gelatina molle per uso orale da 320 mg."
Importante. L'ipertrofia prostatica, in poche parole, indica che la ghiandola si è gonfiata e che è presente un'infiammazione locale. La saggezza popolare insegnava ad assumere un cucchiaino di olio di ricino al giorno per rimuovere le eventuali infiammazioni. Ebbene, abbiamo verificato che l'assunzione di un cucchiaino di olio di ricino al giorno può davvero aiutare nel ripristinare la salute nella prostata, fermo restante il fatto che se l'alimentazione non viene curata, l'olio di ricino potrà fare ben poco. Per assumerlo, metterne un cucchiaino in bocca e bere subito una bevanda calda.
Nei casi in cui il PSA raggiunge livelli pericolosi sarebbe bene provvedere una cura con la Formula Caisse che serve a prevenire e/o curare le forme tumorali.
Attenzione! Resta inteso che quando il PSA raggiunge valori pericolosi qualsiasi approccio naturale deve comunque essere deciso e controllato da un professionista.
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