Progetto Caduceo
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SCHEDE TERAPEUTICHE

POLIMIALGIA REUMATICA (PMR)

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Importante: quanto qui proposto fa parte di un approccio olistico alla malattia, pertanto relativamente nuovo, che si è dimostrato efficace. Non asseriamo, con questo, che queste scoperte siano state scientificamente confermate e che rappresentino la verità in assoluto. Vi incoraggiamo perciò a studiare, sperimentare, e trovare la verità da voi stessi.

Ricordiamo che le informazioni fornite sono ad esclusivo scopo informativo e non sostituiscono il medico a cui bisogna rivolgersi per i problemi relativi alla salute.



Definizione
(tratta da: www.associazionepugliesemalatireumatici.it/malattie/PolimialgiaReumatica.htm).

La comparsa di dolore, bilateralmente, al cingolo scapolo-omerale, poco sensibile ai FANS, associato frequentemente a sintomi generali come febbre, astenia, perdita della forza specie nel sollevare le braccia e principalmente ad indici di flogosi estremamente elevati deve necessariamente far sospettare una POLIMIALGIA REUMATICA (PMR).

Si tratta di una mialgia (dolore) localizzata elettivamente al cingolo scapolare, talora con interessamento del cingolo pelvico, del tronco e del collo che colpisce prevalentemente in età avanzata. Il dolore, sostanzialmente muscolare, è intenso, continuo, esacerbato dai tentativi di movimento accompagnato da spiccata e persistenza rigidità con conseguente notevole compromissione funzionale.

L'esordio è solitamente improvviso, nel volgere di alcune ore o nell'arco della notte, e non è raro che sia preceduto da infezioni, vaccinazioni, stress emotivi, episodi influenzali. Talora può instaurarsi gradualmente con sintomi unilaterali o soltanto sintomi generali. Non è raro che i pazienti arrivano all'osservazione dello specialista dopo molti giorni di trattamento con FANS ed antibiotici senza sostanziale modifica del quadro clinico.

 

Polimialgia reumatica.gif

A differenza dell'Artrite Reumatoide, nella quale sono compromessi i movimenti più fini, il dolore e la limitazione funzionale della PMR coinvolgono i movimenti globali, come girarsi, alzarsi dal letto o dalla poltrona, pettinarsi. Per contro è conservata la motilità passiva, purché eseguita con cautela.

Come già detto possono associarsi sintomi generali quali: febbre, anoressia e perdita di peso, apatia, depressione.

In una piccola percentuale si può instaurare un artrite con caratteristiche non erosive a carico delle ginocchia, delle spalle, delle sternoclaveari e più raramente dei polsi e delle mani(...).


APPROCCIO MEDICO UFFICIALE

Eziologia (cause) della Polimialgia reumatica
(tratto da: www.msd-italia.it/altre/manuale/sez05/0500475.html

La prevalenza, l'eziologia e la patogenesi della Polimialgia reumatica (PMR) sono sconosciute. Il alcuni pazienti, la malattia rappresenta la manifestazione di una sottostante arterite temporale; la maggior parte dei pazienti non ha un rischio significativo di sviluppare le complicanze dell'arterite temporale, ma andrebbe messa in guardia riguardo a questa possibilità e dovrebbe riferire immediatamente il sopraggiungere di qualsiasi sintomo come cefalea, disturbi visivi e dolore muscolare nel corso della masticazione.

La PMR abitualmente compare in pazienti di età > 60 anni e il rapporto femmine/maschi è 2:1.


Approccio terapeutico della Medicina ufficiale
(tratto da: www.associazionepugliesemalatireumatici.it/malattie/PolimialgiaReumatica.htm).

La terapia elettiva, da instaurasi non appena formulata la diagnosi, consiste nell'utilizzo di cortisonici che determinano una risposta clinica che fa gridare al miracolo da parte del paziente per la rapidità e l'efficacia.

Dosi di attacco variano dai 10 ai 30 mg/die di prednisone, in dose singola mattutina. Una volta raggiunta la riduzione della VES, si può procedere alla riduzione del dosaggio steroideo raggiungendo la dose minima efficace a mantenere asintomatico il paziente e gl'indici di flogosi nella norma che in genere è di 5 mg/die.

Circa la durata del trattamento non vi sono regole ben definite ma è necessario prolungarla fino a quando la patologia è certamente in remissione e comunque non deve essere esclusa una eventuale riacutizzazione anche dopo anni dalla sospensione della terapia.

L'uso prolungato del cortisone in pazienti anziani richiede molta attenzione a causa degli effetti indesiderati come l'aggravamento del diabete, l'osteoporosi, l'ipertensione e i disturbi gastrointestinali.

Nota del Progetto Caduceo. Vorremmo sottolineare che l'approccio medico ufficiale non rimuove affatto le cause profonde della malattia. Le cure cortisoniche, infatti, servono solo ed esclusivamente a placare il dolore dovuto all'infiammazione delle zone colpite.


APPROCCIO OLISTICO

Premessa (da un documento del 1925, note 1)

I dottori ed i fisiologi conoscevano da lungo tempo (siamo nel 1925, Ndr) la presenza dell'acido (urico nell'organismo, però la sua azione, che risultò dall'apparizione di una serie di malattie le quali apparentemente non avevano nulla di comune l'una con l'altra, non fu conosciuta che da tempo relativamente recente. Tutte le malattie provenienti dall'agglomerazione di acido urico nel corpo umano, furono raggruppate nel tipo comune delle così dette malattie artritiche.

L'esperienza medica provò che la gente artritica s'incontra più spesso di quella che non si può supporre. Nel medesimo tempo fu chiaro che la cura radicale delle malattie artritiche, come per esempio la gotta, i reumatismi, le pietre renali, le nevralgie, l'arteriosclerosi, la sciatica, ecc. deve consistere nella dissoluzione delle agglomerazioni di acido urico nell'organismo e nella sua espulsione da esso.

A prima vista sembra che... (da un documento del 1925, note 1)

A prima vista sembra che la vita dell'organismo umano sia semplicissima. L'uomo aspira l'aria, si appropria degli alimenti coi quali restaura le sue perdite, lavora, si muove. Ma questa semplicità delle funzioni del nostro corpo, è soltanto apparente.

In realtà l'organismo presenta un laboratorio chimico complicato, che i più abili ed industriosi chimici non riuscirono a creare artificialmente. Gli elementi nutritivi dal di fuori venendo nel nostro organismo, si sottomettono dentro a metamorfosi complicate, si dissolvono, si dividono, in modo dettagliato nelle parti che lo compongono, l'organismo ne trae tutto ciò che gli necessita per la sua nutrizione.

Ma mentre si producono nell'organismo giostro i succhi indispensabili nutrienti e vitali, si producono pure molti succhi nocivi e velenosi. Così mentre si fa la digestione, si produce il veleno nei nostri intestini. Durante la trasformazione chimica dell'albumina, si produce nell'organismo l'acido urico che costituisce un veleno fortissimo.

Nell'organismo normale questi veleni si producono in quantità poco grande e sono resi innocui dall'organismo stesso, e ne escono senza cagionare alcun danno. Ma se nell'organismo c'è qualche difetto, se la regolarità della macchina così complicata si altera per qualche ragione, allora i veleni cessano di essere innocui, si aggruppano dentro, penetrano nel sangue e producono diversi veleni. L'acido urico ha da questo punto di vista una parte esorbitante e la spiegazione di questa parte ha un significato essenziale nel gruppo di malattie che risultano dall'intossicazione a mezzo di questo veleno.

Cos'è l'acido urico? (da un documento del 1925, note 1)

Dunque, che cosa è l'acido urico e che parte occupa nella vita dell'organismo?

In mezzo agli elementi nutritivi appropriati dall'organismo, i corpi albuminosi hanno la parte più importante. Nell'organismo questi corpi si sottomettono alle metamorfosi chimiche più complicate, dissolvendosi in moltissimi elementi. Come uno di questi elementi, nella trasformazione chimica dei corpi albuminosi, appare l'acido urico. In un organismo normale questo veleno, si forma in quantità non considerevole e si trasforma prestissimo in urea, la quale: esce sistematicamente dall'organismo.

Però ci sono organismi nei quali l'acido urico si forma in massima quantità e la sua parte considerevole non passa nell'orma, ma si ferma nell'organismo. In tale maniera si formano dentro estreme quantità di acido urico. Cosicché non è difficile di capire che la presenza di tale veleno rimane di rado innocuo per la salute.

I danni da acido urico (da un documento del 1925, note 1)

Il sangue imbevuto di acido urico porta agli organi insieme alle sostanze nutritive una sorgente d'avvelenamento continuo e d'indisposizione. Dall'accumulazione dell'acido urico possono prevenire le malattie più complicate. Se l'acido urico viene dal sangue nelle articolazioni, esso le disturba, fa venire dei mali nelle ossa, i gonfiori ed ecco apparire la gotta ed i reumatismi. Se l'acido urico si ferma nei reni, esso vi si cristallizza nelle così dette pietre renali, fa venire dei dolori forti e noiosi, delle punture e conduce in fine alla chiusura delle vie urinarie.

Fermandosi nei vasi sanguigni, l'acido urico fa venire la sclerosi, i vasi perdono la loro elasticità ed allora comincia a venire l'arteriosclerosi. Se l'acido urico penetra sotto la pelle, esso l'irrita sistematicamente e la maggior parte dei casi d'eczema si spiegano coll'avvelenamento della pelle per l'acido urico. Finalmente esso può anche non fermarsi in qualche organo separatamente e non far venire nessuna malattia speciale. Ma pure allora la sua presenza non passa senza lasciar tracce. Sotto l'influenza di questo veleno si distruggono le vie normali dell'organismo.

Questa apparizione può prodursi sotto le forme più diverse, ora una indisposizione generale, ora una nervosità acutizzata, ora una indigestione sistematica dello stomaco, ora dei dolori acuti posti in vari luoghi dell'organismo.

Come affrontare la Polimialgia reumatica

Come abbiamo potuto apprendere, leggendo quanto esposto più sopra, la scienza medica attuale non conosce l'eziologia, ovvero i motivi, che causano questa malattia.

I nostri studi, confermati dall'esperienza clinica, ci hanno dimostrato come quanto creduto nel 1925 sia tuttora valido e attuale. Abbiamo perciò preparato il seguente approccio che, qualora seguito seriamente, offre delle probabilità di rimuovere le cause profonde della malattia, mentre le cure mediche tendono soltanto a placarne la sintomatologia dolorosa.

Pertanto, per eliminare l'acidità organica bisogna intervenire con tre approcci distinti:

  1. Eliminare gli acidi presenti. A tal scopo può essere molto utile l'assunzione di un cucchiano da tè di Basen pulver della Pascoe, in poca acqua e prima di coricarsi.
  2. Seguire una dieta che non crei fermentazioni intestinali dalle quali si genera l'acidità. Vedere la pagina Direttive alimentari
  3. Seguire una dieta in cui non siano presenti cibi che lasciano delle forti ceneri acide. Vedere a tal proposito gli articoli Gli acidi organici ed i loro pericoli.

Note bibliografiche

  • 1. Terapia nuova. Catalogo dell'Agenzia del "Laboratoire Helose", anno 1925.

Letture per approfondimento

  • Siete acidi - La salute mediante la deacidificazione (del dott. Kurt Tepperwein).
    (testo prelevato dal sito: www.tepperwein-collection.it/).
    L'acidità dei tessuti organici è alla base di parecchie disfunzioni e malattie. In questo volume si impara perché si accumulano gli acidi e come eliminarli. Prelevalo in Versione Acrobat Reader (.pdf, 221 Kb).
  • Malattie da Acido Urico - Cause, conseguenze e cure (per il prof. Luigi Devoto). Con scritti dei professori P. Boveri, A. Ceresoli, G. Fasoli, D. Melocchi, G. Pieraccini, R. Pinali, A. Pugliese. Edito nel 1927. Prelevalo in Versione Acrobat Reader (.pdf, 1.008 Kb).

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Una proposta per un approccio olistico alla diagnosi ed alla terapia.