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ELEMENTI DI MEDICINA NATURALE (6)

MUCO INTESTINALE E STITICHEZZA

Sommario


Bernard aveva ragione, il microbo non conta nulla, sono le condizioni del nostro organismo che contano (Pasteur).


IL MUCO INTESTINALE (1) up.jpg

Secondo il prof. Arnold Ehret's, il corpo umano è paragonabile ad un complicatissimo apparato idraulico, con una grande quantità di condutture e di liquidi in circolazione. Si è calcolato che il nostro corpo è composto di acqua per l'ottanta per cento; ciò significa che una persona di 60 chilogrammi contiene ben 48 litri di acqua che forma i vari liquidi organici ed entra a far parte della costituzione dei tessuti e le ossa del suo corpo. Appare evidente che l'ostruzione di una delle condutture creerà degli scompensi a tutta la struttura, così come l'ostruzione di uno dei tanti tubicini nel motore di un'automobile può pregiudicarne il buon funzionamento.

L'infarto, l'embolia, la stitichezza, il raffreddore, l'arteriosclerosi, la gotta, le vene varicose, i foruncoli e la pressione alta o bassa, non sono che alcuni esempi di come una cattiva circolazione dei liquidi possa causare dei gravissimi disturbi. Le cause possono quasi sempre essere imputate all'ostruzione dei condotti, siano essi all'interno od all'esterno dei vari organi.

I calcoli alla cistifellea sono un classico esempio di condotto ostruito, mentre quelli al fegato o reni, dimostrano come i materiali estranei possono accumularsi anche all'interno di un organo specifico. Per comprendere i motivi che possono portare all'ostruzione di qualche tubo o tubicino del nostro organismo bisogna analizzare gli alimenti e come questi vengano digeriti ed assimilati.

Il processo della digestione consiste nel sottoporre il cibo a sostanze in grado di ridurlo in parti piccolissime. Il punto principale di questo processo è lo stomaco dove vengono secreti degli acidi ed in particolare l'acido cloridrico. Lo stomaco serve principalmente per digerire i prodotti animali ed in particolare la carne, il pesce e gli insaccati.

È ovvio che lo stomaco, essendo fatto di carne, deve proteggersi dagli attacchi degli acidi e lo fa' coprendosi di una sostanza mucillaginosa (una specie di colla) chiamata "muco", che alla fine della digestione passa nell'intestino con il cibo digerito.

La farina bianca ed i prodotti derivati (pane, pasta, pizza, dolciumi, ecc.), durante la digestione diventano una specie di colla; ricordo che in tempo di guerra mi facevano giocare con una colla fatta di farina bianca cotta in poca acqua. Questa poltiglia può essere considerata come una sorgente di muco e costituisce uno dei tanti fattori di inquinamento del nostro organismo.

Nel tempo questo muco diventa capace di attaccarsi alle pareti intestinali, ed altre condutture organiche, e ricoprirle con uno strato sempre più spesso. Il glutine, una sostanza collosa che si trova soprattutto nel grano e perciò nel pane, può anch'esso danneggiare e bloccare i villi intestinali.

Più sotto riportiamo una tabella che illustra in quale proporzione i vari alimenti sono in grado di generare del muco all'interno dell'organismo.

Il prof. Arnold Ehret's (e noi condividiamo la sua opinione), ritiene che molte delle malattie siano dovute al muco accumulato in qualche organo o in qualche conduttura, in modo da alterarne il naturale funzionamento.

La nostra esperienza ci ha mostrato come il muco intestinale possa molto spesso essere la causa del mal di testa frontale.

L'origine comune di molte malattie up.jpg

Ecco alcune malattie e come il prof. A. Ehret ne stabilisce la causa:

  • Raffreddore: sforzo per eliminare i prodotti di rifiuto (muco) dalla testa, dalla gola e dai condotti bronchiali.
  • Polmonite: il raffreddore è sceso in profondità. È presente uno sforzo per eliminare il muco dagli organi più spugnosi: i polmoni.
  • Reumatismi e gotta: vi sono acidi urici e muco accumulati, la circolazione dell'energia vitale è pertanto carente.
  • Foruncoli: evidente eliminazione di sostanze indesiderate.
  • Sordità: accumulo di muco nei condotti uditivi.
  • Stitichezza: accumulo dei rifiuti nel tratto intestinale

Ognuno di noi, anche se crede di essere in buona salute, ha accumulato fin dalla prima infanzia una certa quantità di materiali di rifiuto in special misura sulle pareti intestinali. Si pensi al proposito che esami di autopsia hanno riscontrato che il 50/60% dei colon esaminati (ultimo tratto intestinale) conteneva fino a 6/7 chilogrammi di rifiuti di cui alcune parti risalenti a diversi anni prima.

Il fatto che una persona abbia lo svuotamento intestinale ogni giorno non significa che sia libera da un accumulo indesiderabile di detriti e prodotti di rifiuto sulle pareti dell'intestino. Questo dipende dal fatto che i villi intestinali sono così fitti e sottili che possono trattenere le sostanze collose (muco) con cui entrano in contatto; sostanze che vi restano letteralmente attaccate.

Risulta evidente che in questo caso le sostanze nutritive, prima di raggiungere il sangue, devono passare attraverso lo strato di rifiuti che agiscono come un "filtro" (purtroppo sporco), che tende a degradare anche un cibo di ottima qualità. Talvolta anche una fame continua, e mai soddisfatta, potrebbe essere ricondotta alla situazione descritta, perchè molti valori nutritivi vengono persi a causa del "filtro" descritto.

Inoltre, le diete che includono cibi lenti da digerire, come la carne e i cibi grassi, possono provocare putrefazione e l'insorgere di batteri nocivi che impediscono l'assorbimento delle sostanze nutritive attraverso la parete intestinale.

Il comune raffreddore è un classico esempio di un accumulo di muco nelle vie respiratorie. Il muco, infatti, crea il terreno ideale affinché i microbi possano trovare l'ambiente per moltiplicarsi.

Ricordiamo che ogni specie vivente necessita di "terreno adatto" ed il muco è quanto di meglio possiamo offrire per ospitare in noi i microorganismi apportatori di influenze, raffreddori, forme catarrali e così via.

Il succo degli agrumi tende a sciogliere il muco. Questa è la ragione per cui alcuni non sopportano le fragole con il limone. I disturbi da essi riscontrati altro non sono che l'effetto risultante dal muco sciolto che viene riassorbito nell'ultimo tratto dell'intestino immettendo nel sangue una notevole quantità di tossine (ulteriori dettagli).

Il lavoro del Dr. Bernard Jensen up.jpg

Quanto scoperto dal prof. Ehret, molti anni fa, trova una sostanziale conferma nelle ricerche attuali del Dr. Bernard Jensen che le ha pubblicate nel volume Intestino libero, a cura delle Macro edizioni. In questo libro egli denuncia la grande pericolosità delle incrostazioni fecali e come, nei paesi civilizzati, esse siano la causa di moltissime disfunzioni e malattie (ulteriori dettagli).

LA STIPSI O STITICHEZZA (2) up.jpg

La stipsi o stitichezza è correlata a un rallentato transito intestinale e rappresenta una condizione assai diffusa e in particolare fra le persone che conducono una vita sedentaria. Il rallentato transito è alla base di un incompleto svuotamento del colon. Questo problema può essere dovuto a svariati fattori e si può suddividere in:

  1. Stitichezza atonica: il colon ha perso in parte la sua elasticità, può essere più o meno dilatato e le feci non vengono efficacemente eliminate. Si può ricondurre ad un'alimentazione priva di fibre, una vita sedentaria e, talvolta, anche al blocco volontario, e ripetuto, dello stimolo ad evacuare dovuto a timore ad usare servizi pubblici o altri motivi sociali o personali.
  2. Stitichezza spastica: talvolta dipende dagli alimenti (per es. latte di mucca) ma può anche avere una base psicosomatica che trova nell'ansia la sua motivazione. Talvolta si associa alla presenza di emorroidi o alla sensazione di avere l'ultimo tratto del retto non completamente svuotato.

Si ricorda che, dal punto di vista psicosomatico, la stipsi può essere correlata al trattenere, e può insorgere come rappresentazione simbolica di un moto di difesa contro la perdita di qualcosa (una persona cara, un oggetto, ecc.).

Problemi legati alla stipsi up.jpg

Quando le feci rimangono nel colon più a lungo del necessario l'assorbimento delle sostanze di rifiuto da parte dei capillari e del sistema linfatico diventa maggiore, questo sovraccarica il fegato e i linfonodi e dà luogo alla cosiddetta "tossiemia intestinale". Le tossine assorbite, nel tempo si propagano nell'organismo creando sintomi diversi, tra cui: alitosi, cefalea, sonnolenza postprandiale, dispepsia, turbe dell'attenzione e depressione.

Talvolta il fegato non riesce a smaltire tutte le sostanze anomale in arrivo, in questo caso esse potrebbero persino fungere da falsi neurotrasmettitori. Nelle stitichezze ostinate questo fenomeno può creare i presupposti per una infezione da Candida intestinale da cui potrebbero anche derivare gravi sindromi depressive erroneamente trattate con psicofarmaci. In queste condizioni, un dosaggio degli aminoacidi plasmatici e urinari (aminoacidogramma), potrebbe rilevare degli aminoacidi solitamente non presenti nei liquidi biologici (per es. anserina).

Altri sintomi legati alla stipsi possono essere: prurito, eruzioni cutanee eczematose, cistiti di origine intestinale (conseguenza della disbiosi), infiammazioni catarrali ricorrenti delle prime vie respiratorie e della sfera ORL (conseguenza dell'impegno del sistema linfatico), talora sindromi allergiche (rinite, asma bronchiale, orticaria), vaginiti, ecc.

Siccome il 50% del sistema immunitario associato alle mucose si trova nell'intestino una irritazione cronica delle sue pareti può provocare una iperstimolazione dei linfociti presenti nell'intestino, che, a causa dell'assorbimento da parte della linfa dopo ore o giorni possono trovarsi in altri organi ed eventualmente creare i presupposti per uno squilibrio del sistema immunitario.

Il rallentato transito può formare sulla superficie della mucosa intestinale uno strato di sostanza mucillaginosa (muco) che può durare per mesi o anni e rappresenta un ottimo terreno di cultura per i microrganismi putrefattivi e i parassiti intestinali. Soprattutto negli anziani, si possono riscontrare anche delle dure masse di escrementi vecchi e disidratati (fecalomi). Tutto ciò danneggia il colon, perché ne aggrava ulteriormente le funzioni e la motilità.

Dalla prevalenza dei batteri della putrefazione può derivare una iperproduzione di alcune sostanze quali la cadaverina, la putrescina, lo scatolo e l'indolo, che aggravano ulteriormente l'intossicazione dell'intestino e, purtroppo, sono difficilmente eliminabili dai reni e dal fegato. Inoltre i batteri della putrefazione possono attivare precursori di sostanze cancerogene come i nitrati contenuti nelle carni.

Il rallentato transito, con lo sviluppo dei batteri della putrefazione e il permanere per lungo tempo di materiale solido di rifiuto (a volte con contenuto cancerogeno), conducono ad una irritazione cronica della mucosa del colon, questo crea la possibilità di esposizione di antigeni self (verso i quali non era stata sviluppata una tolleranza immunitaria) con conseguente formazione di autoanticorpi. Questo problema è particolarmente sentito dai soggetti predisposti costituzionalmente (quelli, per es. che hanno il complesso maggiore di istocompatibilità HLA B27 in cui è frequente l'associazione colite ulcerosa - spondilite anchilosante).

La situazione anomala descritta può portare anche ad una ulteriore disregolazione del sistema endocrino (i due sistemi sono collegati tra loro da mediatori chimici denominati citochine) creando i presupposti per lo sviluppo di malattie autoimmuni e degenerative (per es. artriti, artrosi, cancro ecc.).

Va precisato che l'irritazione cronica della mucosa del colon, che diventa meno impermeabile favorendo così la perdita di alcuni ioni importanti per l'omeostasi ed il passaggio di sostanze tossiche nel sangue e nella linfa, da cui potranno migrare in tutto l'organismo.

Quando il colon non funziona bene... up.jpg

Quando il colon perde la sua normale funzionalità altri organi sono costretti ad un lavoro supplementare e si troveranno affaticati.

Il fegato si troverà sovraccaricato (piccola insufficienza epatica) con l'eventuale l'insorgenza del seguente quadro sintomatologico: cefalea, dispepsia, sonnolenza postprandiale, depressione e altri quadri distimici (candidosi intestinale, falsi neurotrasmettitori).

Sulla pelle, chiamata in causa per l'insufficiente funzione eliminativa del colon, si potrà instaurare una dermatite. Se fosse presenta un'intolleranza alimentare potranno apparire eczemi atopici o sindromi orticarioidi.

Nell'apparato respiratorio potrà sopravvenire un maggiore carico catarrale che può evolvere in sinusite o bronchite e, nei soggetti predisposti, sfociare spesso in un'oculorinite allergica o in un'asma bronchiale.

Anche i reni potranno essere sovraccaricati e favorire, in soggetti predisposti, i presupposti per l'insorgere di artropatie degenerative. Questo può accadere perché i reni sovraccarichi tendono ad una maggior ritenzione di urati, e determinare la presenza di autoanticorpi e/oimmunocomplessi.

Appare ovvio che in tale situazione possono instaurarsi nelle vie urinarie delle situazioni patologiche, tra cui: pieliti, pielonefriti, cistiti ricorrenti di origine intestinale, ecc.

Riferimenti Bibliografici up.jpg


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