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CURE NATURALIL'ALOE ARBORESCENSLa cura originale di padre ZagoParte di questo materiale è stato tratto dal sito http://aloearborescens.tripod.com/cura.htm Sommario
Da seri studi si viene a conoscere che quando il tumore colpisce un medico, è proprio lui che, spesso, non crede alle cure che propone. Ed è proprio lui che, consapevole dell'inutilità e della dannosità dei prodotti delle case farmaceutiche, si affida alle cure alternative. PremessaL'aloe, grazie alla sua natura ricca, è un potentissimo coadiuvante terapeutico nella cura delle patologie tumorali in chemioterapia in quanto da una parte ha l'azione anti-replicativa delle cellule tumorali (chemioterapico naturale) e dall'altra parte presenta una potentissima azione antiossidante ed disintossicante che favorisce la eliminazione dei metaboliti tossici durante le terapie chimiche. La letteratura, però, dimostra che tanti casi di tumori (soprattutto tumori al colon, alla pelle, al polmone e alla cistifellea...), sono stati addirittura curati e sradicati utilizzando solo l'Aloe e senza l'utilizzo dei chemioterapici. Questi sono spesso documentati nei paesi poveri dove la gente aveva a disposizione solo l'Aloè ed essendo unico mezzo ed unica speranza del povero malato ha compiuto davvero dei miracoli; da qui l'importanza di un credo speranzoso nel voler giunger ed ottenere ciò in cui si vuole con convinzione. Esistono centinaia di varietà dell'Aloe, quella che a noi interessa è l'Aloe Arborescens, che è quella che è stata sempre usata da secoli nella cura dei tumori ed è anche, per fortuna, la più comune. Le altre varietà, come ad es. l'Aloe Vera, hanno una concentrazione di principi attivi notevolmente minore (fino a 3 volte). Innanzitutto voglio insistere sul fatto che la ricetta si basa su ingredienti rigorosamente naturali, per cui i prodotti venduti in commercio non vanno bene e sono inutili. Le foglie dell' Aloe Arborescens sono verdi (a volte con sfumature rossastre) e di lunghezza variabile da 15 a 60 centimetri, a seconda del suolo, della presenza di acqua e dell'esposizione al sole. E' meglio non annaffiare frequentemente la pianta, soprattutto quando occorre prelevare le foglie, poiché il succo altrimenti viene un pò diluito. Le caratteristiche di una pianta adattaLe foglie devono appartenere a una pianta non giovane, ma piuttosto sviluppata, più sviluppata è e meglio è, vissuta in un ambiente non inquinato e il più soleggiato possibile. Se la pianta è grande e sviluppata, con foglie spesse e lunghe, ed è l'immagine della salute allora è una buona pianta, se invece è piccola e poco sviluppata, con foglie sottili e corte e dall'aspetto raggrinzito, anche se dovesse avere 20 anni non è sicuramente una buona pianta poiché è vissuta all'ombra. La presenza del fiore è sicuramente indicativa di un'ottima salute della pianta, ma non è necessario che abbia il fiore per essere perfetta. È necessario che la pianta sia tolta dal terreno e tenuta in casa in vaso o in giardino. Essendo una pianta grassa, non occorre essere esperti di giardinaggio, basta un minimo d'acqua ogni tanto ed esposizione solare (preferibilmente diretta). Non affidatevi ai prodotti in commercio, perché pensate che "tanto è la stessa cosa", poiché non è affatto vero. Attenzione: Il gel della pianta, alla luce solare o artificiale perde immediatamente efficacia. E' anche preferibile non tagliare le foglie subito dopo la pioggia (o innaffiamento), ma qualche giorno dopo. Subito dopo aver tagliato le foglie, occorre pulirle con un panno asciutto, sempre in una stanza semi buia (non occorre il buio completo, deve esserci un'illuminazione simile a quella di una TV accesa in una stanza buia) e togliere le spine con il coltello. La ricetta originale brasiliana di Padre Romano ZagoQuesta ricetta è frutto di un'esperienza più che decennale, si compone dei seguenti ingredienti:
Con queste quantità si prepara un vaso da 350 grammi di preparato, ma è preferibile usare delle quantità minori al fine di preparare barattoli più piccoli (ad es. da 120 gr.), mantenendo comunque le proporzioni. In questo caso si ottiene il vantaggio di avere un preparato sempre fresco e perciò più efficiente. Pertanto suggeriamo di usare quest'altra ricetta con le dosi che sono un terzo rispetto all'originale.
Il miele ha due funzioni, la prima è di rendere la crema più dolce, poiché l'aloe è amarissima (aloe in arabo vuol dire appunto "amaro") e la seconda è di veicolare meglio il preparato all'interno dell'organismo, se si hanno problemi di glicemia si possono ridurre le dosi a piacere. La grappa contenendo l'alcool è un vasodilatatore ed ha la funzione di favorire la distribuzione e l'assorbimento dei principi attivi nel sangue. Si consiglia di usare quella distillata pura, ossia fatta con un solo tipo di uva ("monovitigno" nell'etichetta) piuttosto che la "vinaccia", preparata con diversi tipi di uva. Se si hanno problemi ad assumere il miele o la grappa, si possono ridurre. Chi ha il diabete NON deve prendere il miele, ma può sostituirlo, con la frutta tipo pera o banana matura (mai dolcificanti!). Va notato che i prodotti commerciali già pronti sono inutili, poiché sono spesso a base di aloe vera e non arborescens, inoltre spesso contengono solo il gel filtrato e non i principi attivi delle foglie, infine contengono conservanti e nessuna garanzia che la preparazione sia stata svolta interamente al buio. Come preparare l'aloe per la curaLe foglie devono essere tagliate di notte con la minore luce possibile, questo perché con la minore luce possibile, questo perchè il gel della pianta, quando esposto alla luce solare o artificiale, perde immediatamente la sua efficia. In una stanza semibuia tagliare a pezzi le foglie tagliate e metterle in un frullatore assieme al miele ed alla grappa. Quando si è ottenuta una crema verde semi-liquida, si mette in un barattolo opaco in cui non possa entrare la luce e si mette nel frigorifero (non in freezer). E' molto importante che il barattolo venga conservato in frigorifero poiché i principi attivi si inattivano in poche ore alla temperatura ambiente. Come assumere il preparatoIl dosaggio va personalizzato, mediamente se ne assumono 2 cucchiai per 3 volte al giorno. Il preparato non deve essere esposto alla luce neppure mentre lo si ingerisce. Prima di assumere il preparato occorre rimescolare bene, poiché il preparato tende a concentrarsi sul fondo del barattolo. Il preparato va assunto a stomaco vuoto per migliorare al massimo l'assorbimento dei principi attivi. Non bisogna mangiare o bere per almeno un'ora dopo averlo ingerito. Se si hanno difficoltà a berlo al buio, può essere utile mettere il preparato in un contenitore opaco chiuso e berlo da una cannuccia, in questo modo non sarà necessario neppure spegnere la luce della stanza, poiché la luce non potrà entrare in ogni caso nel contenitore. Per quanto tempo continuare la cura?Prima di iniziare la cura, assicurarsi che la pianta sia quella giusta e che la preparazione avvenga senza errori. La cura va continuata fino a terminare il barattolo (da 350 grammi oppure i 3 barattoli da 120 gr.), dopodichè si fa qualche giorno (non più di 3 giorni) di pausa per massimizzare l'efficacia, poi si riprende con un altro barattolo (da 350 grammi, oppure altri 3 barattoli da 120 gr.) e così via per un nuovo ciclo, fino alla scomparsa completa della malattia, accertata, ovviamente, mediante esami clinici. Si deve continuare a prendere l'aloe per 6 mesi dall'ultimo esame negativo. Lo sviluppo della malattia in genere viene bloccato entro i primi due barattoli (40 giorni) o al massimo con il terzo (2 mesi). Entro 2-3 mesi si deve osservare il regredire e successivamente la scomparsa della malattia. Nei primi giorni di cura si possono osservare sintomi di malessere, come vomito o diarrea, ecc. Si tratta di una reazione normale, significa infatti che l'organismo ha iniziato a disintossicarsi. Se non si osservano sintomi non vi è nulla per cui preoccuparsi. |
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