Documenti da conoscere

Sommario "Documenti" blink.gif  Aggiungi ai Preferiti  -   -  Stampa  blink.gif Home page

COME LIBERARSI DELL'OLIO USATO PER UNA FRITTURA?

Fonte: www.terranauta.it/a1061/vivere_ecologico/olio_fritto_come_smaltirlo.html
12 Maggio 2009

olio

I dietologi sconsigliano a chi vuole tenersi in forma di assumerne in grandi quantità, eppure l’olio costituisce un ingrediente fondamentale della nostra cucina.

Per condire le nostre pietanze o per friggere patatine e quant’altro, gli italiani consumano annualmente 1.400.000 tonnellate di oli vegetali: circa 600-700 mila tonnellate di olio di oliva ed altrettante di olio di semi. Date queste cifre, sorge un problema di smaltimento. E non solo di calorie in eccesso.

La maggior parte di noi, infatti, è solita versare nel lavandino della cucina – o in altri scarichi della casa – l’olio utilizzato per friggere, ignorando le ripercussioni di questa nostra abitudine sul Pianeta.

Si è calcolato che, attraverso le reti fognarie, finiscono nell’ambiente ben 800.000 tonnellate di olio fritto.

L’olio da cucina esausto è un rifiuto che, se disperso nell’ambiente, comporta gravi danni:

  • nel sottosuolo forma uno strato sottile attorno alle particelle di terra e impedisce alle piante l’assunzione delle sostanze nutritive;
  • quando raggiunge pozzi di acqua potabile li rende inutilizzabili: l’olio mescolato all’acqua ne altera il gusto rendendola imbevibile;
  • se raggiunge uno specchio d’acqua superficiale, ad esempio un lago o uno stagno, può formare una sottile pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e quindi compromette l’esistenza della flora e della fauna;
  • disperso in mare forma un velo sottilissimo che impedisce la penetrazione in profondità dei raggi solari con gravi conseguenze per l’ambiente marino.

Anche versare l'olio esausto nel lavandino provoca gravi danni all'ambiente. Peraltro, anche dove esistono impianti fognari adeguati, lo smaltimento di queste enormi quantità di residuo oleoso può pregiudicare il corretto funzionamento dei depuratori.

Come evitare, dunque, questi danni? up.jpg

La soluzione è quella di recuperare l’olio esausto. Tale pratica, però, coinvolge quasi esclusivamente i grandi utilizzatori come ristoranti, fast food e mense. Il problema riguarda, quindi, prevalentemente i privati. Tra questi l’abitudine da sradicare è proprio quella di versare l’olio fritto negli scarichi. Quali sono, però, le alternative a questa prassi?

Innanzitutto, dopo averlo fatto raffreddare, l’olio fritto può essere versato in un recipiente che, una volta piena pieno, verrà portato alla più vicina isola ecologica o ad un ristorante in zona, da cui poi sarà prelevato per essere riutilizzato.

Va tenuto presente che, se versare l'olio esausto negli scarichi rappresenta una prassi sbagliata, altrettanto dannoso è gettarlo nei cassonetti dell'indifferenziata: qui il recipiente potrebbe rompersi e l'olio dispendersi. Le isole ecologiche, invece, sono aree attrezzate per la raccolta differenziata dei rifiuti, disponibili in molti comuni italiani. A Roma, ad esempio, queste vengono gestite dall'AMA: nel sito www.amaroma.it è possibile reperire tutte le informazioni in proposito.

Ovviamente, recarsi in un'isola ecologica dopo ogni pasto a base di fritto è un'impresa impossibile anche per i più volenterosi! Quello che si potrebbe fare è, però, raccogliere l'olio in un grande recipiente (ad esempio un fustino da 5 litri di detersivo): in tal modo ci dedicheremo all'operazione di smaltimento solo pochissime volte in un anno.


In Italia ad occuparsi del trasporto, dello stoccaggio, del trattamento e del recupero di oli e grassi esausti è il CONOE (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti).

La Funzione del Consorzio CONOE è di assicurare su tutto il territorio Nazionale il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e il recupero della filiera oli e grassi esausti (Codice CER 200125), ai fini ambientali a tutela della salute pubblica e diminuire progressivamente la dispersione riducendo così l’inquinamento. Per maggiorni informazioni cliccare qui.

Tramite processi di trattamento e riciclo, dall’olio si ottengono svariati prodotti, quali: lubrificanti vegetali per macchine agricole, per biodiesel e glicerina per saponificazione


Il Consorzio è operativo dal 2001 su tutto il territorio italiano grazie all’apporto dei suoi fondatori: Associazioni di raccoglitori (ANCO), di rigeneratori (Anirog e Aroe) e di produttori quali Confcommercio, Confartigianato, CNA, Federalberghi, Fipe e Una-Confindustria, cui si è aggiunta di recente anche Coldiretti. Direttamente o tramite le loro associazioni partecipano al Consorzio oltre 120.000 imprese.

Grazie al contributo volontario delle imprese di raccolta e di rigenerazione l’attività del CONOE si è notevolmente sviluppata, raggiungendo una capacità di raccolta e di trattamento del prodotto intorno alle 45.000 tonnellate per anno. In sette anni, dal 2001 al 2008, la capacità di raccolta si è incrementata di quasi il 90%.

Oltre ad evitare i danni ambientali, l’opera di recupero dell’olio esausto, consente notevoli vantaggi economici. Tramite processi di trattamento e riciclo, dall’olio si ottengono infatti svariati prodotti, quali: lubrificanti vegetali per macchine agricole, per biodiesel e glicerina per saponificazione. I saponi, peraltro, possono essere realizzati anche in casa da chiunque sia dotato di buona volontà, rispetto dell’ambiente e desiderio di risparmiare.

Alcuni commenti a questo articolo: up.jpg

13/7/10 19:30, Gianfranco Peano ha scritto:
Beh, se si tratta di quantità... non industriali, per chi ha un orto/giardino e pratica (come auspicabile) il compostaggio domestico, non ci sono assoolutamente problemi a smaltire un poco alla volta l'olio (freddo, per carità!)nel cumulo del compost, distribuendolo uniformemente: l'olio, anche se fritto, è assolutamente biodegradabile.

14/5/09 19:46, Mauro Furlotti ha scritto:
Da anni raccolgo, dopo averlo filtrato con un imbuto speciale, in bottiglie di vetro (generalmente in quelle dell'olio stesso), gli olii di semi e d'oliva che mi risultano dalle fritture. Ne raccolgo circa 4 o 5 litri all'anno. In buona parte lo riutilizzo spennellandolo sulle travi e sulle tavole di legno della mia casetta in campagna, soprattutto ce n'è bisogno sui legni esterni del lato sud, esposto al sole e alle altre intemperie. In termini di protezione del legno il risultato è ottimo e anche lo smaltimento è assicurato.

Inoltre, vi assicuro che, trattandosi di un sito ben arieggiato, anche l'odore non permane che pochi minuti. Provare per credere.




Sommario "Documenti" Home page
"www.viveremeglio"
Un sito dedicato all'uomo, il suo benessere e il suo destino.