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STRUMENTI PER DIAGNOSI E TERAPIA

LA PSICOLOGIA TRANSGENERAZIONALE
O PSICOGENEALOGIA

E se fossero gli antenati a condizionarci la vita?

Recensione del volume La sindrome degli antenati a cura di di Amina Iacuzio, tratta da 50&Più, n. 9, settembre 2005, pag. 32.

In questo volume viene illustrato come, attraverso la storia della propria famiglia, è possibile comprendere le proprie paure, e le difficoltà psicologiche e fisiche, semplicemente scoprendo interessanti paralleli con i nostri avi.

Si chiama psicologia transgenerazionale, o psicogenealogia ed ha sempre più successo. Gli psicologi e psicanalisti che seguono questa corrente terapeutica sono convinti che i nostri avi agiscano in noi e che mettere in luce gli eventi del passato familiare possa liberarci dalle costrizioni ereditate.

Siamo in Francia. Una donna si rivolge alla psicoterapeuta: è molto preoccupata perché la sua bambina più grande ha l’asma e ha paura che muoia. "Mia sorella maggiore è morta, mia madre ha perso la sorella maggiore e anche mia nonna ha perso il fratello maggiore. È da generazioni che il maggiore dei figli muore giovane".

Con l’aiuto della terapia la donna ricostruisce la storia familiare fino a due secoli addietro, e scopre che durante la rivoluzione francese un suo avo aveva nascosto un prete, che si era sdebitato con queste parole: "Il maggiore di ogni generazione veglierà su di voi". Da allora effettivamente il maggiore di ogni generazione muore, trasformandosi in un piccolo angelo custode. La psicoterapeuta invita la paziente a interpretare in maniera diversa la profezia: dopotutto si può vegliare su qualcuno anche senza morire, ed esistono vari modi di prendersi cura di un proprio caro... La paziente riflette a lungo, la bambina malata di asma guarisce. È la prima volta che in quella famiglia il maggiore dei figli sopravvive.

Un giovane di 32 anni si ritrova tetraplegico: si è semplicemente dimenticato di attaccare le cinghie prima della partenza del deltaplano, fratturandosi la colonna vertebrale. Con l’aiuto della psicoterapia ricorda che suo padre, proprio all’età di 32 anni, durante la deportazione in Germania, aveva perso l’uso delle gambe dopo un terribile incidente avvenuto nella fonderia dove lavorava. I due episodi per giunta sono avvenuti nello stesso mese, a luglio.

Un altro uomo di 39 anni ha un cancro ai testicoli, viene operato e apparentemente tutto si risolve. Sei mesi dopo scopre di avere metastasi ai polmoni. La psicoterapia mette in luce che i suoi nonni erano entrambi morti a 39 anni, uno per il calcio di un cammello ai testicoli (proprio così) e l'altro durante la guerra, avvelenato dai gas nervini. Testicoli e polmoni sono i due organi colpiti nello sfortunato paziente, e proprio nella ricorrenza del trentanovesimo anno.

Sono solo alcuni dei casi riportati dal libro della francese Anne Ancelin Schützenberger, che rappresenta una sintesi di differenti studi sull’influsso dell’eredità familiare sulla nostra psiche. In Italia è stato pubblicato 2004 da Di Renzo Editore con il titolo La sindrome degli antenati, ed è diventata la bibbia della psicogenealogia.

Un po' di storia up.jpg

Questa suggestiva disciplina, chiamata anche psicoterapia transgenerazionale, si è andata precisando una trentina di anni fa quando un gruppo di psicanalisti, psicologi e psicoterapeuti ha cominciato a notare strane e ripetitive coincidenze di eventi nelle storie familiari dei pazienti e a ipotizzare l’esistenza di un inconscio che si trasmette lungo le generazioni. D’altra parte già Freud aveva affermato in Totem e tabù che i processi psichici si prolungano da una generazione all’altra.

"I bambini e i cani sanno sempre tutto, e soprattutto quello che non viene detto", disse una volta la psicanalista francese Françoise Dolto, e non era solo una battuta: già nella più tenera infanzia sembra che i bambini vengano a conoscenza dei segreti di famiglia in maniera inconsapevole ma certa. Questo qualcosa di non detto, spesso un fatto tragico oppure una vergogna da nascondere - una morte misteriosa, un fallimento, una nascita illegittima, un incesto - viene tramandato nel tempo, fino a generare sofferenza psichica o fisica.

In Italia il principale sostenitore di questa corrente terapeutica è il professor Maurizio Gasseau, che insegna “Teoria e Tecnica della Dinamica di Gruppo” alla facoltà di Psicologia di Torino. "Noi non abbiamo inventato niente: già la Bibbia afferma che il peccato del padre ricade sulla testa dei figli per tre o quattro generazioni, e gli antichi testi cinesi parlano addirittura di undici generazioni, precisa. Esistono numerose evidenze scientifiche.

Nel 1948, dopo la guerra, quando fu aperto a Torino il primo ambulatorio di neuropsichiatria infantile, i sintomi più frequenti che i bambini manifestavano erano cefalee, balbuzie e asma.

Dopo alcuni decenni sono state studiate le cartelle cliniche dei loro figli e nipoti, a loro volta ricoverati negli ospedali locali: ebbene, avevano avuto gli stessi disturbi, alla stessa età. Evidentemente qualcosa era passato tra le generazioni in maniera non cosciente.

L’inconscio passa tramite le cose “non dette”, tramite immagini semi-consce. Tra gli addetti ai lavori si parla di co-inconscio, un inconscio condiviso".

Quali sono i sintomi dell'inconscio familiare che si trasmette attraverso le generazioni? Il più tipico è la sindrome da anniversario, cioè un evento importante che avviene in una ricorrenza significativa a livello familiare. La Schützenberger, che lavora molto con i malati di cancro, ha evidenziato l'incidenza di certi tumori alla stessa età in cui si era manifestato in un familiare particolarmente amato, oppure le nascite che avvengono quando cade l'anniversario della morte di una persona cara, o la scelta di farsi operare nella ricorrenza di una data importante.

È come se l'inconscio avesse una buona memoria, e ce lo segnalasse attraverso le coincidenze nel calendario. Stabilire le connessioni temporali però non è facile. "Chiedo ai miei pazienti di portare il loro albero genealogico, il nome di battesimo degli avi e dei discendenti, le date dei matrimoni, delle morti, degli anniversari, dei fallimenti, dei divorzi e separazioni, tutto, risalendo fino a sette o otto generazioni, se possibile", spiega la Schützenberger.

Lo scopo è definire su un lasso di tempo di circa duecentocinquanta anni un albero genealogico particolare, il “geniosociogramma”, che possieda una valenza affettiva perché viene ricostruito essenzialmente sulla base dei ricordi del soggetto. Ma duecentocinquanta anni non sono troppi? "In Italia le persone ricordano in genere fino ai bisnonni, poi diventa difficile ricostruire la storia familiare - ammette il professor Gasseau.

In effetti ciò che conta di più sono le rappresentazioni che una persona si fa dei propri avi, perché sono le rappresentazioni a lavorare dentro di noi. Io applico anche le tecniche dello psicodramma: faccio rappresentare al paziente l'incontro con l'antenato, ed è proprio in questo momento cruciale che il più delle volte prende coscienza e riesce a liberarsi dal destino".

Portare alla luce i segreti di famiglia e le dinamiche e i ruoli che ciascuno gioca all'interno del clan svela anche i casi di lealtà familiari invisibili. Esiste infatti in ogni famiglia un sistema di contabilità generale che regola il ruolo e i doveri di ciascuno. Colui che, per esempio, ha ricevuto una porzione troppo grande di eredità o che non ha occupato il ruolo sociale previsto, o che non ha rispettato il codice familiare, accumula un debito inconscio di cui i suoi discendenti pagheranno il fio. Come? Magari con un senso di colpa esagerato, o ripetendo un ruolo familiare distruttivo, o con atteggiamenti di fuga, rivalsa o vendetta.

Racconta ancora Gasseau: "Ho due gruppi di lavoro in Sicilia, e quindi conosco bene questa realtà. In Sicilia è molto forte la ripetizione della vendetta, cioè il mito di Oreste (che uccide la madre Clitennestra per vendicare la morte del padre Agamennone, ndr). Ho avuto un giovane paziente, figlio di un medico ucciso dalla mafia, il quale a un certo punto si è trovato di fronte al bivio: doveva continuare gli studi di medicina intrapresi oppure uccidere l'assassino di suo padre? Il nostro lavoro di terapeuti consiste nell’aiutare i pazienti a interrompere le ripetizioni e a sottrarsi a quello che viene percepito come un destino".

L'importanza della presa di coscienza up.jpg

Ma è davvero così semplice scappare ai propri fantasmi e liberarsi dalle eredità?

"Nei casi di malattie gravi, come il cancro, divenire coscienti certo non porta a guarigione, ma aiuta il decorso della malattia. D’altra parte è stato dimostrato che il tumore ha una componente psicosomatica almeno del 25%. A parte i casi di malattie incurabili, la guarigione è possibile perché con la presa di coscienza si cominciano ad avere immagini positive di se stessi e della propria vita che vanno a sostituire le vecchie immagini negative".

Bisogna imparare a pensare bene, insomma, e a sostituire i pensieri negativi con pensieri positivi: non è così facile come sembra, ma almeno si può tentare. E alle volte basta chiedere ai bisnonni di venire a darci una mano.

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Anne Ancelin Schützenberger, terapista e analista con oltre trent'anni di esperienza. Nel volume spiega e fornisce esempi clinici del suo particolarissimo approccio psicogenealogico alla psicoterapia.

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Di Renzo Editore (www.direnzo.it/).


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