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STRUMENTI PER DIAGNOSI E TERAPIA

LA PODOLOGIA

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Camminare bene... per vivere meglio!         


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La podologia è una branca della scienza medica che si interessa del piede e di tutto ciò che si può fare per eliminare ciò che disturba la sua salute e il suo benessere. Purtroppo il piede può essere afflitto da tanti problemi, tra cui, giusto per citarne qualcuno, troviamo: calli, duroni, unghie incarnite, verruche, ulcere, infezioni, micosi (una forma di funghi), e varie deformazioni e/o malformazioni.

L'operatore sanitario qualificato per intervenire in queste spiacevoli situazioni è il podologo; un esperto in grado di integrare l'intervento medico con la prevenzione, cura e riabilitazione. A tal scopo può suggerire trattamenti pre e post-operatori, oppure far confezionare ed applicare delle ortesi digitali o plantari, ovvero dei mezzi atti a correggere le deformità del piede o a disporlo correttamente nella sua funzione. Il podologo è anche in grado di riconoscere, utilizzando degli specifici esami strumentali, le alterazioni, precoci o conclamate, che necessitano di un eventuale controllo specialistico. Tra questi esami citiamo l'esame baropodometrico e quello podoscopico.

Tornando alle ortesi, è interessante conoscere che tale parola deriva dal greco orthostithemi, composta da orthos, (corretto) e da tithemi, (disporre) e, nel suo insieme, significa "disporre in modo corretto". Tra i vari studiosi del piede, il primo a rendersi conto della grande importanza dell'ortesi fu Jean Lelièvre, che nel 1952, pubblicò il "Manuale di patologia del piede", dove raccontò come la sua esperienza lo convinse che le ortesi sono uno strumento terapeutico molto efficace. In detto libro ne descrisse sia l'impiego che le tecniche costruttive.

In seguito, nel 1977, Valente Valenti, altro affermato studioso del piede, pubblicò "Le ortesi del piede", dove sottolineò l'importanza di questi supporti terapeutici, ne descrisse l'applicazione e ne illustrò alcune tecniche costruttive. Nel libro citato egli scrisse: "... è indubbio che, salvo i casi ben individuati, le ortesi non possono correggere miracolosamente i più tenaci squilibri e le più vistose deformità, ma è altrettanto certo che l'azione chirurgica non può procurare da sola la correzione per la quale la si impiega in modo esclusivo e si rischia di procurare grosse delusioni".

Da allora, la costruzione delle ortesi è notevolmente migliorata e ora è alquanto più mirata a soddisfare le necessità delle varie patologie del piede. È stato approfondito lo studio dei materiali e sono state escogitate moderne metodiche di costruzione, che rendono le ortesi più efficienti e funzionali.

Le ortesi si suddividono in "ortesi digitali" ed "ortesi plantari", quella più diffusa è certamente quella plantare. Si possono inoltre suddividere in due grandi famiglie:

  1. ortesi per l'infanzia, che vengono generalmente usate per compiere un'azione correttiva al fine di riportare alla norma lo squilibrio sia esso strutturale che funzionale.
  2. ortesi per adulti, che si distinguono per il loro impiego che spesso è permanente, in quanto compensano un'alterazione irreversibile, sia essa strutturale e/o funzionale.

Generalmente la guarigione si ottiene dopo qualche mese di trattamento. La messa in opera delle varie ortesi è indolore e possono essere usate all'interno delle calzature.

Per correggere i problemi ungueali il podologo può anche utilizzare una sottile molla metallica di concezione variabile; questa gli consentirà di agire sulla curvatura dell'unghia che spesso si accentua creando così i presupposti per unghie incarnite o calli periungueali, estremamente dolorosi.

Il trattamento Podologico up.jpg

Con questo tipo di trattamento il podologo riesce a diminuire e spesso eliminare il fastidio o il dolore presentato dal piede del paziente. Inizia con un esame generico dello stato della cute e delle unghie. Con questo esame si cerca di comprendere i motivi che hanno causato il problema, ad esempio l'uso di una calzatura sbagliata, un modo di camminare non corretto, ecc.

Finito l'esame viene fatto l'intervento vero e proprio, che può essere con piedi a bagno oppure no. Per prima cosa vengono trattati i punti meno dolorosi per evitare che il paziente si trovi troppo a disagio.

Alla fine del trattamento si può applicare una buona crema idratante, in questo modo si aiuterà la pelle a ritrovare il suo tono elastico originale.

Le ipercheratosi (i calli) up.jpg

Il problema più comune è l'ipercheratosi (chiamato "callo"), ovvero un l'ispessimento della cute causato dal fatto che essa è stata, per vario tempo, in contatto continuo con un corpo estraneo. Questo ha causato una serie di micro-traumi che hanno portato al suo ispessimento.

Perché i calli si localizzano quasi esclusivamente nei piedi? Troviamo la risposta nel fatto che i piedi, per il corpo umano, rappresentano uno strumento fondamentale che ne deve supportare sia il peso che i movimenti.

Tra i fattori che possono causare una ipercheratosi troviamo:

  • un appoggio non corretto del piede al suolo, quindi patologico,
  • l'utilizzo di una calzatura non adatta alla forma del piede, ad esempio troppo alta, troppo stretta, troppo bassa di punta, ecc.

Quando qualche area del piede si ritrova compressa da una scarpa, questa sfrega continuamente sulla pelle che genera, in un primo tempo un arrossamento, a cui farà seguito una vescica che provocherà un dolore fisso. In questi punti verrà a cerarsi il fenomeno di ispessimento, e la cute aumenterà di spessore ed inizierà a creare seri problemi.

Per la precisione dobbiamo fare una piccola differenza tra ipercheratosi che hanno un "fittone" e quelle che non ce l'hanno. Il fittone può essere paragonato ad uno spillo posto al centro dell'ispessimento capace di penetrare all'interno del derma fino a raggiungere i centri nervosi. Risulta perciò evidente come le ipercheratosi con fittone sono assai più dolorose di quelle che non ce l'hanno.

L'insorgere di ipercheratosi nel piede rende impossibile camminare normalmente, in quanto si cercherà di evitare il dolore appoggiando il piede al suolo in modo diverso. Questo fatto può essere pericoloso perché può portare ad assumere delle posizioni scorrette che si ripercuoteranno sul resto del corpo.

Cura delle ipercheratosi. Se le ipercheratosi non sono infiammate si possono eliminare con poco dolore e talvolta senza dolore alcuno. Se sotto l’ispessimento che è stato asportato appare un rossore epidermico, sarà necessario proteggere la parte al fine di evitare che essa sfreghi ancora contro la parte che ha generato il problema.

Può seguire l'applicazione di una crema idratante, per aiutare la pelle a ritrovare l'elasticità originaria.

L'unghia incarnita up.jpg

Si tratta di una frequente e dolorosa malattia che colpisce generalmente uno o entrambi i lati dell'unghia dell'alluce, ovvero il primo dito del piede.

L'unghia incarnita viene per due motivi: uno è un taglio errato dell'unghia, l'altro è una calzatura non adatta che preme sull'unghia spingendo i suoi angoli dentro la carne. Questi microtraumi ripetuti fanno infiammare la pelle che circonda l'unghia. Questa pelle, che spesso tende anche ad infettarsi, cresce in modo anormale sopra l'unghia, che viene così a trovarsi infossata nella carne infiammata.

Da questo fatto deriva il nome di "unghia incarnita"; nome errato in quanto il problema non va ricercato nell'unghia, ma nella "carne" che la circonda. Quasi sempre è sottovalutata e affrontata sommariamente e superficialmente, per questo molte volte può guarire completamente solo se affrontata da una persona competente.

Quali sono i sintomi? L'unghia incarnita crea un gran dolore, che aumenta alla minima pressione. Propone una storia assai triste e continua di gonfiore, arrossamento e spesso del pus. Ciò crea delle notevoli difficoltà ad usare le scarpe.

Cura dell'unghia incarnita. La cura si basa su bagni caldi con acqua e disinfettatante per ammorbidire la parte. Si provvede quindi ad inserire della garza o del cotone per tenere la pelle distante dall'unghia. A volte si ricorrere ad anestetici locali e nel peggiore dei casi si ricorre ad un intervento chirugico.

Prevenzione e cura del piede diabetico up.jpg

Dibattito tenutosi su www.progettodiabete.org con Fabio Baccetti e Maheva Sarzanini.
Per leggerlo clicca qui.

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