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LE OTTURAZIONI IN AMALGAMA

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Conoscere le otturazioni in amalgama (1)

Al contrario di quanto comunemente si crede, l'ingrediente principale degli amalgami usati per le otturazioni dentarie non è il piombo, ma il mercurio (52%) combinato con rame, stagno, zinco o argento. Specialisti di tutto il mondo hanno sostenuto a lungo che questa lega a freddo forma un "composto stabile" senza rischi per la salute, ma adesso si sa che con la corrosione e l'azione della saliva il mercurio si libera dall'amalgama al ritmo di un microgrammo al giorno per dente.

Inoltre, se il paziente è portatore di denti d'oro o protesi metalliche in lega nichelcromo, le possibilità di intossicazione da mercurio aumentano considerevolmente: in presenza dell'amalgama, infatti, l'oro determina un effetto pila che perturba tutto l'organismo e genera disfunzioni dovute a ioni e sali metallici.

Da una decina d'anni sono comparsi nuovi materiali, quali resine e resine ceramiche, ben tollerati da moltissimi pazienti. A tutt'oggi non esiste però un materiale ideale per le otturazioni. L'oro sembra essere il meglio tollerato fra i metalli (97% dei pazienti), purchè non venga troppo mescolato con altri nella preparazione della lega per le otturazioni.

Non raccomanderemo mai abbastanza ai malati che necessitano di radioterapia al viso e al collo di sottoporsi subito a un controllo e a tutte le cure necessarie ai denti, perchè altrimenti dovranno aspettare due anni prima di poter toccare l'osso irradiato che li sostiene.

Quando e come sostituire le otturazioni in amalgama (2) up.jpg

Sempre più spesso mi chiedono di sostituire le otturazioni in amalgama con altre "meno tossiche". Questa richiesta mi viene fatta direttamente dal paziente, sensibilizzato da letture specifiche o altre fonti d'informazione. Spesso sono altri medici, omeopati, iridologi o altro, a consigliare la sostituzione, perché hanno riscontrato stati d'intossicazione da mercurio, proveniente dall'amalgama, appunto.

Premetto che sono estremamente favorevole alla sostituzione delle otturazioni in amalgama con altre biocompatibili, al punto che, personalmente, nella mia bocca ho da tempo operato in tal senso, rimuovendole tutte. Ma occorre davvero sostituirle sempre? E con cosa?

Quando? Il dibattito che si aprirebbe a questa domanda non avrebbe forse mai termine. L'ADA, associazione dei dentisti americani, dopo lunghi test, ha ritenuto che un'otturazione ben eseguita (con buona amalgama) non è tossica in quanto il mercurio non esce dall'otturazione. Questo è anche l'orientamento svedese e italiano. Nel mondo tedesco invece l'amalgama è ormai un ricordo del passato.

Cosa fare allora? Sostituire o no? Se in una bocca vi sono manufatti in metalli diversi (ponti, apparecchi mobili, capsule, otturazioni), tra questi si possono creare correnti elettriche corrosive per il metallo più debole (più la saliva è acida, maggiore è l'effetto). Quindi, come prima regola, non bisogna avere metalli diversi in bocca, soprattutto se non sono nobili: solo oro e leghe altamente preziose.

Sono estremamente importanti inoltre una corretta alimentazione ed un buon intestino "in ordine", onde permettere un buon equilibrio acido-basico anche della saliva. Quindi se ci sono otturazioni in amalgama dello stesso tipo e qualità, ben eseguite, l'effetto corrosivo dovrebbe essere minimo, mentre se sono presenti anche ponti o altri metalli (oltre alle otturazioni) si può avere corrosione e liberazione di mercurio. È possibile comunque fare analisi delle urine, del sangue, dei capelli (mineralogramma), per verificare i livelli di mercurio nell'organismo.

Se le carie sono piccole o le vecchie otturazioni non troppo estese, si può procedere con otturazioni in "composito", che è un materiale plastico, contenente quarzo a granuli più o meno grossi. Attualmente queste paste, altamente estetiche, sono fotopolimerizzabili e di buona durata.

Il loro punto debole è nella superficie di adesione con lo smalto dentale, al quale sono "incollate". Se sono TROPPO GRANDI, il carico masticatorio (80-100 Kg per dente) può incrinare l'adesione e in questa fessura i batteri entrano con facilità, non contrastati da nulla e riformare la carie (questo non succede con l'amalgama perché nelle sue eventuali fessure si formano ossidi notevolmente battericidi) .

Quando la cavità cariosa è molto estesa e l'otturazione grande, l'unica possibilità terapeutica è data da INTARSI. Questi sono manufatti in metallo nobile o in ceramica, costruiti in laboratorio, dopo aver preso l'impronta della cavità, preparata per questo uso.

Gli INTARSI vanno poi cementati e da quel momento sono parte integrante del dente. L'inconveniente è che sono abbastanza costosi, sia per il materiale prezioso, sia per i numerosi passaggi di lavorazione. L'intarsio rimane comunque la soluzione più valida e sicura per le grosse cavità mentre quelle piccole possono essere reintegrate anche con otturazioni in "composito" che come abbiamo già detto sono un po' più deboli e durano meno.

La sostituzione delle otturazioni in amalgama quindi non è un problema semplicissimo. Va studiato e ponderato con calma, per decidere quando farlo e con cosa.

Le amalgame è meglio siano rimosse usando accorgimenti quali la "diga di gomma" sotto controllo medico (il naturopata potrà intervenire con alghe marine, oligoelementi fitoterapici ad azione drenante, amalgame omeopatizzate). Sono consigliati i giorni di luna calante per il minor assorbimento in tale periodo di sostanze tossiche. I nuovi metalli da posizionare in bocca è meglio che siano testati elettricamente per vedere se sono elettrocompatibili. Deve comunque essere sempre sotto controllo l'igiene orale e l'igiene intestinale per l'acidità della saliva.

Vanno poi fatti accurati controlli per verificare la presenza di eventuali malocclusioni onde poterle correggere prima delle sostituzioni, e anche dopo, per non crearne di nuove. Non è cosa semplicissima, ma è senz'altro ben fattibile lavorando con attenzione e professionalità. Le lunghe sedute e i costi sono comunque compensati dalla nuova situazione di ottima salute.

Riferimenti bibliografici up.jpg

  • 1. Alain Bondil - Mario Kaplan, Mangiare meglio per vivere più a lungo, secondo il metodo Kousmine, p. 81.
    Edizioni Tecniche Nuove, Milano, 1996.
  • 2. Articolo di Stefano Rimondini, Giornale della Natura, 30/11/1995.

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